I’m not in this movie, I’m not in this song.

notte.jpg Il mio insegnante di sceneggiatura a New York diceva sempre “kill your babies”. Uccidete i vostri personaggi: eliminate parole e trasformatele in immagini, togliete informazioni e alla fine sottraete ancora.
Mentre salutavo TJ ieri sera pensavo che nella realtà succede esattamente il contrario. Quando incontri una persona parti da una misera quantità di informazioni che poi piano piano va ad aumentare fino a formare un ipotetico quadro.
E durante il percorso non puoi fare altro che scommettere.
Sederti al tavolo da gioco e puntare.
Puoi decidere, con una ventata di improvvisa sicurezza, di rovesciare una manciata di fishes tutte insieme oppure puoi aspettare e osservare il gioco. Puoi tentare di procedere a piccoli passi o anche alzarti dal tavolo, dopo ore, esattamente con le stesse fishes che avevi prima, continuando a chiederti, mentre ti allontani, che cosa sarebbe successo se avessi puntato di più.
Chiudo lo zaino e, mentre tutti iniziano ad uscire e a riempire i locale, io mi avvio alla macchina.
Bisogna aver il coraggio di chiudere le giornate.
Anche quelle che lasciano tutto in sospeso.

I-pod: Notwist- Consequence

14 Commenti a “I’m not in this movie, I’m not in this song.”

  1. Menphis scrive:

    … tu che tecnica di gioco preferisci?

    C’è differenza tra un film e una telenovela?

    Bisogna avere il coraggio di interrompere il gioco …

  2. Sara scrive:

    Le telenovele sono scontate, i film (a volte) sono interessanti: non è così banale capire chi sta giocando e chi invece sta solo raccontando…

  3. ETR500 scrive:

    A proposito di “Kill your babies”, il mio professore di “Telenovelas” diceva spesso:
    “Every artist is a cannibal, every poet is a thief. All kill their inspiration and sing about the grief.”

  4. Sara scrive:

    Adoro quando ETR500 diventa romantico.

  5. Menphis scrive:

    Anche io adoro ETR500 ….. STOP ;-)

    Siccome non è banale capire, sorge l’interrogativo: Sara ama giocare o raccontare? *

  6. Ferro 3 scrive:

    Ma anche: la vita è un sogno o i sogni aiutano la gallina domani? Ops… forse la domanda era un po’ diversa…

  7. Red Paul scrive:

    Ho fatto un sogno
    un sogno all’incontrario
    ho fatto un sogno
    un sogno poco serio
    Ho sognato che tutto quello che andava male andava bene
    e tutto quello che andava bene andava male…
    andava quasi tutto bene!

    (…)

    Con geometri che facevano i geometri,
    assessori che facevan gli assessori
    e i ladri che facevano i ladri
    e non c’erano i geometri che facevano i ladri,
    gli assessori che facevano i ladri
    e i ladri che non sapevan che cazzo fare

  8. Sara scrive:

    Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.

  9. Chow scrive:

    Potremmo raccontare qualcosa a noi stessi o gridare un segreto dentro un albero… sarebbe meglio….

  10. Sara scrive:

    Tornerebbe indietro, come un’eco.
    E infatti torna. Sempre.

  11. Chow scrive:

    in questo modo però potremmo conservarli per sempre, e lasciarli condividere solo alle persone che sanno apprezzarli… un po’ come i film…

  12. Sara scrive:

    Cioè gli alberi sarebbero un po’ come delle videoteche… :-)

  13. n. scrive:

    “There are too many books I haven’t read, too many places I haven’t seen, too many memories I haven’t kept long enough.”

  14. Chow scrive:

    No dai! O forse si se consideri gli alberi come persone…. chi potrebbe negare il fatto che ognuno di noi è la videoteca della nostra vita…