L’ultima Casa

Venerdì 9 giugno. Festa di addio della Casa. Non chiuderà non vi preoccupate. E’ solo che R. la lascia e se ne va in Brasile.
Per salutare, un concerto “segreto” degli Afterhours. Solo amici, più o meno, ma a tutto assomiglia fuorché a un concerto degli After che si prestano a una versione karaoke dei loro pezzi: chi vuole salga sul palco, suoni o canti con noi. E allora dopo un primo momento di imbarazzo, ecco i primi. E via. Si divertono come pazzi. Tra una canzone e l’altra cover “strappacoglioni” come dice Manuel: Neil Young, Jeff Buckley, Radiohead, Lou Reed, Beatles. Sul palco salgono anche Pasquale De Fina, Cesare Basile, Ago e altri.
A. dovrebbe suonare due pezzi ma alla fine non va, non c’è stato tempo di provarli (ma sei bravo, potresti andare lo stesso e lo sai).
Quando Manuel mi da un bacio di saluto non posso fare a meno di pensare che quasi tutti i miei ricordi degli ultimi cinque anni sono in qualche modo legati a loro. Lavoro e vacanze, domande continue e risposte provvisorie, voglia di partire e voglia di tornare, sorrisi e buchi neri.
Di fianco a me c’è G. che rivedo dopo un sacco di tempo e che ho riconosciuto appena uscita dalla metro, tra la gente sparsa nella piazza, con i suoi caratteristici ricci neri. Come sempre, sono io che vedo lei per prima. Adesso da dove cominciamo a riassumere gli ultimi tre mesi di vita?
E poi c’è l’immancabile Tj che stasera però se ne sta lì, davanti al palco, e si sente il rumore dei pensieri che gira veloce veloce sotto un sorriso poco convinto.
Sono le due di notte e gli After ancora suonano, ridono, improvvisano e si inventano pure una cover di Britney Spears.
Beh, Manuel che canta “Hit me baby one more time…” penso che sarà difficile da dimenticare.

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