Archivio di ottobre 2008

Cercasi F. disperatamente.

mercoledì 29 ottobre 2008

FACEBOOK, 01:00 am

ION: Finalmente ho trovato F.
S: Davvero? Come?
ION: Quando mi incaponisco…
S: Non sai quante volte mi sono chiesta dov’era finito… Chissà com’è adesso. E dov’è?
ION: Aspetta, ho trovato il link di un myspace, dovrebbe essere lui. Però gli ho scritto e non mi ha risposto.
S: Ah.

Magari non è lui.
ION: Forse no.
S: Sai che ti dico?
ION: Cosa?
S: Che non dovremmo cercarlo più.
ION: Perché?
S: Perché per me F. continua ad essere la persona che mi ha accompagnato in stazione, all’alba, tanti anni fa.
Quindi preferisco immaginarlo su qualche spiaggia esotica a inventarsi una fabbrica di ombrellini da cocktail.
ION: Forse hai ragione tu, è meglio “non cercare” per non guastarsi i ricordi… Ma chi lo sa, ogni tanto magari i ricordi hanno bisogno di essere guastati.
O magari erano meno belli di come pensavamo… un po’ come capita per certi film che avevi visto mille anni fa e ti sembravano una figata pazzesca.
S: Già. Ma quel treno lì dovevo prenderlo. E’ quindi ho bisogno che F. rimanga il solito F. di sempre. Che si porta via tutta la malinconia di una piccola stazione dove tutti aspettano che accada qualcosa e invece non accade niente. Ho bisogno che faccia la sua solita battuta.
ION:Beh, F. a questo punto ti saluterebbe con “ciao, bella gnocca” e farebbe crollare tutta la poesia.
S: E’ vero.
ION: Che in fondo è quello che vogliamo.
S: Esatto.
ION: Allora adesso possiamo andare a dormire.
S: Sì.

I-tunes: Jeff Buckley- Last Goodbye (quanto tempo).

A proposito…

lunedì 27 ottobre 2008

Ecco dove sono finite parti delle mie notti insonni…  

Mtv The Most - Ligabue, stasera (caspita me l’ero dimenticato) ore 19, MTV

Ultrasounds, sabato 1 novembre ore 19, MTV

Io mi terrei la luna

venerdì 24 ottobre 2008

Il display del telefono si illumina proprio mentre sto per chiudere gli occhi.
“Sei sveglia”.
Cavolo, la punteggiatura.
G., vuoi mettere una buona volta la punteggiatura.
Scrivo senza neanche guardare e poi conto fino a tre.
Riesco a rispondere a metà del primo squillo.
Odio i rumori nella notte. Un bisbiglio diventa un frastuono.
“Ciao… non dormivi vero?”.
E lo vedo subito, dall’altra parte, il sorriso stropicciato dalla stanchezza e dall’indecisione.
“No, no”. E in effetti è vero. Ho dormito talmente poco nelle ultime due settimane che dovrei essere già nel mondo dei sogni e invece non è mai immediato.
Ma questo G. lo sa bene. E infatti, come sempre, è lei che me lo dice. E aggiunge:
“Quella storia della felicità non funziona”.
“Quale storia?”
“Quella che quando ti sembra di essere felice mangi bene, dormi meglio e ti senti in pace con l’universo.”
“Beh, di solito se pensi a qualcosa di bello è più facile addormentarsi no?” Non ne sono convinta a dire la verità pero’ me lo diceva sempre mia mamma, da piccola, quando capitava che non riuscissi a dormire. “Pensa a qualcosa di bello” diceva. Chissà perché uno, dei miliardi di cose che gli dicono quando è piccolo, si va a ricordare una roba così. E poi magari la va anche a dire a qualcun’altro.
“Non è mica vero. Che succede se è troppo bello. Ti porta via, ti porta da un’altra parte. E non dormi più”
Caspita. Stavolta è irraggiungibile.
“Quindi?”
“Quindi va reso tutto più normale, forse”.
“Ok, hai la risposta. Sei a posto”
“Mica tanto. Dimmi come faccio a renderlo normale. Mi serve un sogno più ordinario, uno di quelli, appunto, che ti fanno dormire.”
Cavoli. Mi hanno chiesto di inventare sms, cartoline, biglietti, e-mail, telefonate. Di tutto. Ma riscrivere i sogni proprio no. Tra l’altro avrei già un bel da fare con i miei.
Però siamo qua. Sono le due e mezzo di notte e anche stasera dormirò meno di sei ore.
Ripenso alla conversazione con ETR di oggi pomeriggio. E il caffè macchiato mi sembra una buona soluzione. Lì la partenza era un po’ diversa. L’arrivo pero’ mi sembra lo stesso.
E’ bello lasciarsi affascinare. Gli orizzonti sono sempre sconfinati, anche quando in realtà finiscono dietro l’angolo. E ti sembra sempre di parlare della luna, e di non poterne più fare a meno, anche quando non ti accorgi che stai semplicemente descrivendo un caffè con latte, che magari si è pure un po’ rovesciato. E allora fregatene, gioca, scherza, ridi. Parla di notti e cieli stellati. Tanto il caffè, anche nei bar più lenti, finisce sempre per arrivare.
Ma come si fa ad avere tutta quella fretta.
Dove devi andare G.
“Dove sei?”
“Sto tornando a casa”
“Passa di qui, ci mangiamo il budino alla cioccolata.”
“Cioccolata?”
“Si”


“Dai, ok”
Non è difficile convincerla. Si vede, che non ha proprio voglia di dormire.
Finisco per sorridere anch’io, mentre lascio le coperte e mi infilo un maglione.
Pazienza, domani, farò ancora un po’ più di fatica ad alzarmi.
Però adesso non mi pesa.
Forse perché se fossi in lei, se fossi G, io, mi terrei la luna.

Musica: The Smiths- This Charming Man

Come nei film

lunedì 20 ottobre 2008

titolicoda.jpg

Ogni tanto qualcuno mi chiede che fine hanno fatto i personaggi di invisibilia. Dov’è finito John F, come sta TJ, quanto lavora ETR500.
La cosa buffa è che la maggior parte delle persone non sa nemmeno chi sono.
E probabilmente non lo saprà mai.
Allora, questa sera che una febbriciattola mi sta portando via, ho deciso di fare come nei film. Quando alla fine, una voce fuori campo va avanti nel tempo e vi racconta quello che non potreste mai sapere.
John F. ovviamente continua a suonare e, anche se non ci vediamo mai, sa essere vicino. So che la canzone di Mullholland A. non la ascolterò mai più, ma è comunque bello pensare che da qualche parte, su un cd, un computer o nella testa di qualcuno, continui ad esistere.
Per tutte le fanciulle che si sono già innamorate: è fidanzato e assolutamente fedele! Però è un lettore silente di invisibilia, quindi potete sempre provare a lasciare un messaggio…
TJ è appena tornata da una faticosa trasferta di lavoro. Inutile dire che mi è mancata da morire. Domani sera festeggeremo alla Gotan Night. Ah già, forse non sapevate che sta imparando a ballare il tango.
ETR500 continua a salire su un treno, appena può. Poco importa dove è diretto, quello che conta è che sopra si possa prendere un caffè. Ogni volta mi sorprendo pensando quanto siamo profondamente diversi e incredibilmente simili. Ah, la vecchia uno purtroppo non ce l’ha più. E’ stata finalmente sostituita, dopo anni di onorata carriera, con una panda a gas. Ma passo oltre perché altrimenti divento malinconica.
Questi fottuti brividi di febbre…
Il mio amico matematico potrebbe di nuovo trasferirsi a Milano, come tanto tempo fa, quando io avevo lasciato tutti a bocca aperta con il mio grande tiro “chiavi in buca”.
Stephen Wood invece lo incontro ogni tanto su FB o su Skype, non mi ha più chiesto passaggi, forse per paura di finire a Torino, questa volta… Però sono felice di sapere che si aggira in questi paraggi. Mi ricorda che alla fine, non importa cosa finiamo a fare o dove finiamo a vivere, noi saremo sempre quelli di Music Match Live.
Le insostituibili Ze, Kaa, Hj e V.continuano a essere il mio specchio. Anche se i tempi dell’università sono ormai andati, con le lunghe notti nella casa di Siena e i progetti che si perdono sulla discesa di piazza del campo, qualcosa stavolta è rimasto. Qualche idea a dire la verità si è pure realizzata anche se non avrà mai lo stesso sapore di come l’avevi sognata. Della Ze vorrei raccontarvi di più, ma su invisibilia ormai lo sapete, alla fine non si parla mai di niente. Sta cambiando la sua vita e anche se lei non lo sa, in qualche modo sta cambiando anche la nostra.
A.continua ad essere in ogni mia risata e soprattuto in ogni mio caffè rovesciato mentre a. chissà se legge ancora. L’omonima A. newyorkese dico che l’andrò a trovare ogni mese, lei mi aspetta… e a proposito di attese, gli Zita Swoon non li ho mai più incontrati ma li ha visti il mio amico FDP e me lo ha scritto nell’ultima mail. La zia R. manca e continuerà a mancare, il bar S. pero’ è sempre lì, con gli occhi aperti sul mare, anche d’inverno, ed è un po’ come se ci fosse anche lei.
Sono passati mesi e finalmente ION ha ricominciato a scrivere il suo blog (anche se dovrebbe essere un po’ più costante). E’ con lui che chiudo il riepilogo, lanciando i titoli di coda, perché se non ci fosse stato la stanzadigomez probabilmente non ci sarebbe mai stato nemmeno Invisibilia.

Ops manca la musica.

Soundtrack (grazie a D. per il cd) : Death Cab For Cutie-Your New Twin Sized Bed

P.s. Sì ho cambiato, era partita la traccia sbagliata, saltellando sullo stereo, con l’effetto dei migliori cinemini di provincia.

Per colpa di mio fratello devo trovare un titolo anche quando non c’è.

sabato 18 ottobre 2008

finestra.jpg

Il rumore attutito della porta di casa che si chiude mi ricorda da sempre i rientri notturni.
Accosto piano mentre tolgo i tacchi per non svegliare la mia coinquilina. E’ un rito. La luce è spenta nella sua camera, dormirà già da un pezzo.
Sono troppo stanca anche per riuscire ad andare a letto. Rimarrei qui, con gli occhi che si posano a caso sul disordine che mi circonda, mentre il tempo passa.
Sono finite tre settimane impossibili e io ci sono ancora. Credo.
Ora devo disintossicarmi.
Dalle canzoni tristi e dalle frasi che non tornano.
E adesso che sei dovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero…

Sullo stereo (che non salta più): Coldplay- Death And All His Friends

Let’s just imitate the real until we find a better one.

giovedì 16 ottobre 2008

Capita che un mercoledì tra tanti vada a finire così. Con una serie di carte buone che ritrovi in mano per caso. Allora, già che ci sei, te le giochi.

Sullo stereo (che salta, porca miseria) : Notwist- Good lies 

Multiple Choice.

martedì 14 ottobre 2008

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Certe sere si trasformano in domande a risposta multipla. A mettere una crocetta poi sono buoni tutti, ma la parte divertente è sempre perdersi tra le possibilità.
Perché c’è sempre quella che “potrebbe anche essere”.
E’ quasi mezzanotte quando mi giro, afferro le scarpe e corro per le scale.
Un attimo prima di salire in macchina guardo sù.
Chissà se si vede la luna anche da qui.

Musica (ovunque): Coldplay- Viva La Vida

E non sa di niente ma di te

domenica 5 ottobre 2008

2 ottobre 2008

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Parigi è sempre ossigeno. Anche se soltanto per un giorno. Anche se fa freddo. Anche se inizia a piovere mentre cerco un modo per arrivare velocemente in areoporto e, ormai completamente zuppa, vedo passare l’autobus che anni fa mi portava a casa.
Perché non importa se ci sono le nuovole o il sole, se è aprile o novembre: la illumina sempre quella luce nordica che apre l’orizzonte. E non è speciale ma è per te.

Nell’ipod (bagnato) la voce di M  : Afterhours- Musa Di Nessuno